L’insegnamento di qualsiasi materia ai Bambini ed adolescenti è particolarmente difficile, perchè loro hanno un parametro di valutazione differente rispetto ad un adulto.
Il bambino infatti riceve piacere da ciò che fa, e non dai vantaggi che può ottenere dalla pura esecuzione, anche se corretta, o dal successo. Lo motivano maggiormente il confronto con i compagni di pratica,i progressi, la sfida di poter affrontare nuove situazioni; ma anche la padronanza dei propri gesti ed il rapporto con l’adulto (in questo caso il Maestro) che lo sa guidare e apprezzare per ciò che fa.
Il bambino è portato per natura al gioco, che lo aiuta a crescere e confrontarsi, attraverso la pratica di un Arte Marziale gli vengono forniti tutti gli stimoli necessari per “competere” con se stesso, ma ha bisogno di esprimersi in libertà, senza troppi schemi e sopratutto senza l’obbligo di ottenere per forza il “risultato” che molti genitori invece si aspettano.
In questo senso sarà importante aiutare i bambini a capire che l’Arte Marziale non è un complesso di salti, acrobazie, colpi e urla da supereroe; tantomeno un modo per stabilire una sorta di supremazia nei confronti degli altri. Tramite il gioco, la relazione con i compagni e la pratica fisica attenta a un corpo che stà crescendo in pieno fermento, il Maestro insegnerà al piccolo praticante la coordinazione e l’attenzione, ma anche l’autodisciplina ed il rispetto per gli altri, per i compagni e per le autorità meritevoli.
Il Maestro non potrà mai sostituirsi ai genitori, ma anzi insieme a questi egli dovrà motivare il bambino per farlo diventare, un giorno, un adulto migliore, sicuro di se, rispettso delle regole e degli altri. E’ quindi importante coinvolgere il bambino suscitando il suo interesse e stimolando la sua fantasia.
Il bambino gioca per il semplice piacere di giocare, e allora il gruppo è più importante sul piano affettivo ed ambientale, perché è il contesto in cui si sente più accettato, inserito e valorizzato.